La seconda destinazione del mio lavoro itinerante è stata la centrale Eugenio Montale di La Spezia. Sono arrivato nel nuovo sito in febbraio del 2007, la centrale nel suo aspetto visivo e di ospite la conoscevo già per avervi partecipato a dei corsi di aggiornamento. La prima visita effettuata in modo più approfondito mi ha impressionato per la sua vastità territoriale, la mansione per la quale sono arrivato in questa unità produttiva è la stessa che svolgevo nella centrale di Torre del Sale. La produzione in questa centrale è principalmente effettuata con carbone, quindi anche le problematiche incontrate sono state notevolmente diverse da quelle affrontate fino ad oggi, in particolare per le acque di scarico, la collaborazione del personale in questa centrale è stata per me un punto fermo e sorprendentemente positivo. Questa è stata la trasferta più lunga e positiva del mio girovagare, almeno fino alle esperienze attuali, un po’ per la durata un po’ per l’entusiasmo che ancora riservavo per l’ambiente lavorativo. Ho stretto legami con i colleghi di lavoro come non sono riuscito a fare in altre situazioni, salvo la parentesi Genovese. Uno dei motivi è stato anche la fortuna di accogliere le prime 5 ragazze assunte per il lavoro in turno, prima e unica esperienza in ENEL, cinque bravissime ragazze capaci e intraprendenti, tutte giovanissime, e nel mio turno la più giovane. Anche se non ci sentiamo così spesso i colleghi sanno benissimo che gli sono vicino. La Spezia è il lembo estremo a sud di un territorio splendido, la Lunigiana, a cavallo tra Toscana e Liguria, territorio ricco di paesaggi suggestivi, borghi e paesi antichi, tradizioni e alimenti particolari, insomma una zona da vivere intensamente e arricchita da leggende e posti magnetici, esoterici. Di queste terre ho una raccolta fotografica abbastanza soddisfacente, ed anche una immagine che dimostra la particolarità di questo territorio e la carica magnetica che lo contraddistingue, legata ovviamente ad un episodio. La gastronomia ricca di sapori tra il mare e il bosco, con la conservazione di antichi rituali e metodi di cottura che oggi sono divenuti ricercati ed apprezzati sia da chi si trova in questi luoghi di passaggio sia da chi ci vive costantemente. Le cozze degli allevamenti spezzini sono forse le migliori sul territorio nazionale, i Panigacci, i Testaroli e Sgabei sapori antichi, poveri ma sempre attuali, il Pesto genovese che gli spezzini hanno un po’ variato, la torta di ceci, con la quale noi livornesi abbiamo un legame particolare. Poi le castagne offrono una varietà di piatti e dolciumi infinitamente gustosi. La raccolta degli scatti fatti in questa zona d’Italia racconta il territorio tra la sua storia e la sua bellezza unica sia in riva al mare sia tra i monti.
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