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Fine settimana alla scoperta della Tuscia

Il tempo in questi giorni non è così clemente con gli italiani, tra alluvioni, grandinate e trombe d’aria ha martorizzato un po’ tutta Italia, in una tregua di fine settembre è ghiotta l’occasione per una gita di fine settimana. La meta non così lontana dalla base, ma comunque al di fuori del consueto sonoro del toscano e più quotidiano livornese. La terra visitata è la atavica Tuscia, il centro delle terre Etrusche, una terra dalla quale anche i potenti romani hanno attinto a piene mani per migliorarsi e consolidare la loro supremazia culturale. La prima visita è stata riservata ad un borgo già visitato 30-35 anni fa, Civita di Bagnoreggio, un borgo davvero caratteristico e splendido meta odierna da turisti di tutto il mondo, che le amministrazioni in questi 30 anni hanno saputo valorizzare e farlo rinascere in un modo così intelligente che non può che meritarsi la mia più sincera ammirazione. La prima mia visita non fu poi così meno soddisfacente, era splendido anche allora, l’unico neo che mi intristì parecchio fu il suo stato di globale abbandono, rispetto ad oggi che risulta pieno di vita con ogni tipo di attività turistica immaginabile. Altro aspetto di valutazione tra ieri ed oggi è la difficoltà odierna di raggiungerlo, una faticata disumana, allora fu solo una passeggiata impegnativa, e vi assicuro che il percorso da affrontare non è cambiato eccetto il punto di partenza più distante. Questo borgo che si erge su uno sperone di tufo occupandolo tutto, isolato dal resto del mondo con un unico ponte poco più che pedonale di collegamento con il resto della civiltà è davvero un gioiellino italiano che non può che essere visitato almeno una volta nella vita, sapendo in partenza che non ci sarà niente che ci farà pentire del viaggio. Dopo la visita a questa perla italiana la direzione è quella della base di appoggio per questo fine settimana, come ormai per me è consuetudine la scelta è andata verso un agriturismo “ I Due Casali “ ambiente immerso nelle ulivete del viterbese, struttura ottimamente tenuta, ambiente confortevole e accoglienza amichevole. Il nuovo giorno prevede più di una meta, la prima visita programmata è il giardino all’italiana di villa Lante, obbiettivo che si è dovuto scartare per via di forza maggiore, avendo a seguito una figlia pelosa un barboncino nano di nome Mela che all’ingresso non ci hanno dato il permesso di portare all’interno,  quindi non volendo lasciare fuori un figlio abbiamo rinunciato alla visita e a tutti coloro che ci leggono lanciamo un messaggio di escludere questo sito dalle proprie mete da visitare, che abbiate cani al seguito o meno, chi vieta ai nostri amici l’ingresso non è meritevole di attenzione. L’altra meta era il “ Sacro Bosco “ a Bomarzo, visto la disavventura di villa Lante ricercato su internet informazioni al riguardo scopriamo amaramente che anche in questo parco non sono ammessi i cani, quindi tutto quanto detto per villa Lante ha senza dubbio valore per il Sacro Bosco, che per me possono chiudere i cancelli e saldarli. La terza meta odierna è il borgo di Vitorchiano, altro borgo eretto su un’altura, questa volta però su un più nobile peperino che ha contribuito a piene mani alla erezione del borgo. La costruzione con questa pietra grigio fumo contribuisce ad un aspetto piuttosto cupo del borgo, rallegrato senza dubbio da numerosi belvedere che spezzano un pò il carattere grigio delle costruzioni. Non vi è dubbio che anche questo borgo ha un potenziale turistico non indifferente ma a mio avviso avrebbe bisogno di più vita, vita turistica intendo attività ricreative di ricezione, al suo interno che a me è risultato monotono. La nostra attenzione alternativa alle prime mete saltate si orienta verso Celleno, il  borgo fantasma, un caratteristico borgo anch’esso contruito sul tufo e quasi completamente franato. Suggestiva la sua visita e la ricostruzione tramite un plastico ben eseguito nell’intento di raffigurare l’antico borgo nella sua interezza. L’esposizione nei vari ambienti di reperti storici in particolare dei mestieri presenti nel borgo completa un appasionante percorso, prima di completare la giornata con l’ultima meta giornaliera, Sant’Angelo il paese delle fiabe. Questo paesello ha avuto una brillante idea, affidare a vari artisti la pittura delle facciate delle proprie case con soggetti delle fiabe più conosciute. Il risultato è un piacevole percorso tra le vie del paese alla scoperta di affreschi davvero spettacolari, la voglia di scoprire nuovi affreschi porta in secondo piano la fatica di percorrere le strade in un sali-scendi continuo di questo piccolo borgo collinare. Il ritorno alla base nella tuscia per un meritato riposo e rifocillamento con prelibatezze a disposizione. Giunto il giorno del ritorno a casa si decide di darsi ancora un paio di obbiettivi, uno marino sull’argentario Porto Ercole per tornare a respirare quel salmastro a noi caro e l’altro nella campagna di Capalbio “ Il Giardino dei Tarocchi “. Il secondo obbiettivo è senza dubbio alcuno una splendida sorpresa, un ambiente surreale tra sculture davvero entusiasmanti realizzate da Niki de Saint Phalle, e natura maremmana la macchia mediterranea. La raffigurazione dei 22 arcani maggiori dei tarocchi costruiti con tecniche edili e rifinite con rivestimenti di specchi e ceramiche in un turbinio di colori ed effetti che lasciano il visitatore a bocca aperta, davvero un posto da visitare almeno una volta nella vita. Il ritorno a casa chiude un fine settimana di arricchimento con una piccola ma consistente delusione, nel 2024 c’è ancora che vieta l’accesso ai cani le proprie aree.

F. Bientinesi

 

Le Foto

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